giovedì 9 giugno 2016

LA TRIBU'









Molto spesso sparisco da questo mio blog per poi ritornarci quando ho qualcosa da comunicare oppure quando sento la necessità di scrivere, così da lasciare un segno che mi ricorderà questo preciso momento mentre ho iniziato a stendere queste prime righe.
In questo periodo di latitanza ho avuto modo di fare alcune esperienze che alla fine sono state Divine perché in qualsiasi caso mi hanno portato a essere qualcosa che prima non ero, mi hanno trasformato in qualcuno, che è più vicino a quello che sono realmente nel profondo dell’anima.
Questo post scaturisce dopo alcune riflessioni che ho fatto sull’importanza dell’unione, unione tra esseri umani, ma anche unione tra tutto ciò che è l'universo, quali sensazioni porta a considerarsi parte dell’unità, sembra un paradosso ma non lo è, pensate all’oceano, ecco l’oceano è formato da un'infinità di gocce, quelle gocce siamo noi presi singolarmente ma nell’oceano quelle gocce non possono essere distinte.
La riflessione più importante è stata quella sulla società in cui viviamo che ci ha portato sempre più a isolarci, a porre dei muri, ad innalzare delle barriere, questo lo dimostra le migliaia di ragazzini, e non solo, che sono sempre curvi sullo schermo del loro smarthphone anche quando si ritrovano con gli amici. Penso ai tempi della mia gioventù, e mi viene un po’ di nostalgia, per come ci divertivamo a rincorrere un pallone mezzo sgonfio, a fare le gare con le biciclette, a giocare a nascondino nelle sere d’estate, a fingere di essere dei supereroi come quelli dell’unico cartone animato che vedevamo “Goldrake ufo robot”, ci serviva poco per essere felici e spensierati. Sono impressi in me come ricordi indelebili i momenti passati seduto fuori casa con i miei nonni e con i vicini ad ascoltare racconti e storie di quelle persone alle quali portavamo tanto rispetto perché le consideravamo degli esempi da seguire, persone che avevano fatto anche l’esperienza della guerra, persone sagge perché erano sempre pronte a darti un consiglio ma allo stesso tempo ferree nell’educare e nel rispettare i principi. Ora queste cose non si fanno più, non ci si saluta nemmeno tra vicini di casa quando ci s'incontra sulle scale del palazzo dove abitiamo, siamo completamente degli estranei, se suona l’allarme nella casa a fianco della nostra nemmeno usciamo a vedere cosa sta succedendo.
Poi ricordo le popolazioni del passato com'erano organizzare, come venivano costruite le città, i castelli, le tribù, e da qui vedo che tutto era circolare studiato per proteggere e per rimanere uniti, dove al centro c’era la persona o le persone più sagge, come per esempio nelle tribù degli indiani d’America. Perché con il passare degli anni si sono rotti sempre più questi legami e ora siamo soli ed in conflitto con tutti dal vicino di casa, al nostro compagno di banco, siamo in competizione su tutto, cerchiamo di arrivare più in alto degli altri senza badare o avere cura se qualcuno case e non riesce a rialzarsi, dobbiamo dimostrare che siamo più forti, più ricchi, più belli, ma se poi andiamo a vedere come siamo dentro troviamo il vuoto assoluto, la nostra vita si limita alla macchina, al posto di lavoro, alla palestra, al parrucchiere, alla bella casa, tutta immagine ma nella sostanza “Zero”. Il perché è semplice ti tutto questo, perché è più facile tenere controllati i singoli individui che gruppi che hanno gli stessi principi e che seguono gli stessi valori. Negli anni si è sempre cercato di sterminare le tribù perchè rappresentavano una minaccia per i poteri che vogliono governare il mondo, vedi le tribù indiane, le tribù degli indigeni, tribù africane, che a distanza di migliaia di anni stanno ancora lottando per mantenere vive le loro usanze e le loro tradizioni.
In questo periofo ho trovato una nuova casa, e questa nuova casa di chiama “Tribù dell’Uno”, un insieme di persone straordinarie, che credono in un progetto che è quello di riportate l’unità, che credono in un nuovo mondo dove tutto è governato dall’amore per quello che ci circonda, persone che sono delle anime pure, persone che quando le vedi ti senti già a casa, persone che non hanno paura di andare controcorrente, anche se, costa fatica e sacrificio, persone che credono in quello che sono e non in quello che la società vuole che siamo, persone che hanno deciso di togliersi la maschera e di mostrare il loro vero volto, persone che si sentono parte dell’uno universale.
Vi ringrazio tutti per quello che mi state dando e per quello che siete, per me siete stati come il fiammifero che ha acceso una candela in una stanza buia e questo mi ha permesso di vedere, ma non vedere con gli occhi ma vedere con il cuore perché quella candela ha illuminato la stanza del mio cuore. Grazie Tribù.